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gravito infatti è la njcaa (almeno per ora ). Il viaggio è stato lungo e faticoso (18ore), ma state tranquilli...l'oceano l'avrei potuto attraversare anche a nuoto. D'altronde più grande è il sogno più alti sono gli ostacoli. Quando sono atterrata, in me non era ancora maturata la consapevolezza che avrei passato un intero anno al di là dell'Atlantico; un vortice di emozioni contrastanti mi pervase, entusiasmo, stupore ma certamente anche un bel po' di paura . Superati i convenevoli, mi sembra necessario parlare di basket.  Il primo allenamento? Ancora oggi mi domando come io sia riuscita a sopravvivere: è stato tremendo. Un leggero antipasto: 2 e dico 2 ore di corsa seguite poi da esercizi di difesa e attacco ad intensità folle. M-O-R-T-A. Non nego di aver dubitato delle mie capacità atletiche in quel momento - "non ce la farò mai ". Ma con il passare dei giorni, piano piano ho acquisito il ritmo. Gli allenamenti previsti sono per la maggior parte dei giorni due,  un al mattino di circa due ore e  uno nel tardo pomeriggio , individuale di 45 minuti . L'allenamento pomeridiano prevede un intenso lavoro tecnico sui fondamentali (tirando sotto sforzo questo risulta nella maggior parte dei casi molto più tosto di quello mattutino). 
Essendo il basket negli States molto più fisico, qui ogni squadra che si rispetti dedica al potenziamento muscolare tempistiche non indifferenti, tre volte la settimana infatti c'è da rimboccarsi le maniche in palestra e sollevare, sollevare e sollevare ancora. In Italia il gioco è molto più impostato e ragionato; qui al contrario la fisicità controlla il gioco. Ammetto di essere rimasta completamente spiazzata all'inizio, il sistema di gioco è completamente diverso. Poi, dopo le prime settimane ho incominciato a percepire alcune somiglianze, anche qui si concede  fondo, il centro è ZTL. 
Con l'inizio della regular season le partite settimanali saranno tre, e a nessuno qui importa se si gioca tre giorni uno in fila all'altro.
Chiaramente la struttura del match è quella classica, adottata dai campionati universitari Ncaa, 2 tempi di 20 minuti ciascuno. Diverse sono anche le mie perplessità sull'arbitraggio, un avambraccio lievemente appoggiato ad un avversario mi fa guadagnare un fallo, una mazzata degna del miglior fabbro nel centro dell'aria sembra essere invisibile agli occhi dell'arbitro... Boh!?! Nonostante la mia spiccata tendenza a socializzare con tutti, lo ammetto anche per me ambientarsi soprattutto all'interno di una squadra già formata non è stato molto semplice, non dimentichiamo poi il fatto che le mie conoscenze in merito alla lingua inglese fossero molto limitate. Il rispetto, così come la fiducia invece in campo me li sono sudata, botte da orbi soprattutto nei primi allenamenti ( che si trattasse di una sorta di test ? ) . Tralasciando ciò, ammetto che giocare qui mi piace molto! 
La vita nel college?  Da freshman quale sono non ho ancora un particolare percorso di studio da seguire, ma partecipo a corsi diversi come reading, art history e informatica ( per cui ho già sviluppato una rilevante avversione )  Certo non posso lamentarmi assolutamente quanto a carico di studio e impegno scolastico, il numero massimo di lezioni settimanali a cui prendo parte occupa solamente 3/4 giorni alla settimana. 
Quanto a vita notturna e movida, certamente questa graziosa cittadina del Texas, non offre un granché, ma un modo per divertirsi lo si trova sempre, nei weekend qualche festa è d'obbligo! 
Non nego in alcuni momenti di non provare nostalgia di casa, vorrei vedere chi riesce a starsene per un anno lontano da famiglia, amici, dalla propria squadra!

Beh, a questo punto devo proprio scappare...alla prossima!!!

 

Anna

di Anna Djedjemel

Numero 1

TU VUO'FA L'AMERICANA

Lo chiamavano sogno americano, appunto sogno! E io invece sono sveglia, sono qui e sto scrivendo a questo computer, in America. Quale giocatore/giocatrice di basket non sogna di correre, sudare e tirare su quei parquet d' oltreoceano?
E nonostante le urla, i rimproveri e i pianti, c'è una persona in particolare che mi ha permesso di comprare un biglietto di sola andata per gli States: il Coach Riccardi. Ed è così che oggi 20 novembre 2014 Anna Djedjemel non sta studiando nella sua piccola stanza a Castellanza, ma è in una common Room del suo nuovo college ad Odessa, nel Nord del Texas. Per ora non si tratta ancora di Ncaa, il mio è uno Junior college; la categoria in cui

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