

di Erika Francione
Vol.4

“non aetate verum ingenio apiscitur sapientia”
La maggior parte di voi lettori si starà chiedendo il perché di questo mio incipit, ma più probabilmente vi starete interrogando sul cosa ci sia scritto (vero, Carola?).
La traduzione ora come ora non è importante, ho deciso di utilizzare questo espediente letterario solamente per rompere il ghiaccio e per introdurre il mio argomento: SONO LA PIU ANZIANA DELLA SQUADRA.
Per chi non mi conoscesse, No, non sono vecchia davvero! sono la più grande nonostante io abbia ancora un’età per la quale nella maggior parte delle squadre sarei considerata giovane.
C’è da dire che oramai mi sono abituata a questa condizione sociale, difatti è una costante fin dal mio arrivo qui a Vittuone, oramai 3 anni e mezzo fa; anche allora ero praticamente la più grande, in quanto la prima squadra era composta dalle ragazze delle giovanili con in più qualche innesto senior.
Rispolverando un termine coniato qualche stagione fa, si può dire che nello spogliatoio di Vittuone viga “il babysmo”, cioè la totale noncuranza dello status di “senior” all’interno del gruppo.
Nonostante questa possa essere considerata una anomalia nel mondo dello sport di squadra, io penso sia la situazione ideale per porre le basi per la costruzione di un vero teamgeist. La mancanza di una gerarchia dettata dall’anagrafe permette che vi sia democrazia in spogliatoio e meritocrazia in campo, in quanto nessuna delle “veterane” pretende l’ultima parola nelle discussioni o il posto garantito in quintetto a discapito delle più piccole.
C’è però un ambito in cui io faccio valere la mia “lunga” esperienza cestistica: il gossip; come già evidenziato dalla Dott.ssa Dal verme nell’edizione “Sdeng” di Dicembre, in questo campo non ho rivali.
Nel corso della mia “carriera” ho giocato in varie squadre della Lombardia e per questo motivo ho conosciuto parecchie giocatrici, questa circostanza associata ad una indole da portinaia mi porta ad essere quasi sempre aggiornata rispetto ai fatti salienti che avvengono nel mondo del basket. Le mie compagne sono sempre particolarmente interessate alle notizie che riporto, ed in effetti sono gli unici momenti in cui mi è riconosciuto una certo peso all’interno dello spogliatoio.
Ovviamente, come per ogni cosa c’è il risvolto della medaglia: in alcuni momenti la mancanza di una leadership riconosciuta porta a situazioni di confusione sia in campo e sia fuori, ma si riesce a superare ciò con la forza del gruppo, in quanto erompe il leader dettato dalle circostanze.
Sebbene qualche piccolo inconveniente, continuerò comunque a preferire questa via, anche perché in passato ho vissuto in prima persona spogliatoi in cui le più grandi si arrogavano il diritto di poter compiere soprusi sulle più piccole, e ciò non ha mai portato alla coesione del gruppo, presupposto fondamentale per puntare al successo, e noi puntiamo ai play-off.
Ps: Carola, solo per te: “Non con l'età ma con l'ingegno si raggiunge la sapienza”.